Il promotore

La giovinezza

Danilo Speranza nasce nella periferia romana nell’agosto del 1948 e cresce in una famiglia di antica discendenza ottomana da parte della madre, contessa di Mazara del Vallo.
Chi lo conosce meglio, dire “bene” è davvero azzardato, sa che è un uomo molto loquace. Sono trent’anni che tiene lezioni sulla natura delle cose, come ama chiamarle lui.
Il materiale raccolto è così vasto e ampio da riempire le pagine di qualche libro. Di gioventù si ricordano “Dall’uomo all’infinito”, e “Meditazione evolutiva”, per capire la genesi. Tra gli ultimi, ma non meno importanti, un testo sulla natura della mente “Il sistema mentale a quattro sfere” ed uno sulla finanza islamica. Ma c’è tanto altro. Sulla poesia per esempio, scivolando dai koan agli haiku, ai giochi di parole. E non manchiamo qui di menzionare “Il settimo saggio”.
Intorno ai 20 anni mostra i primi interessi per la geopolitica visitando uno dei luoghi più caldi del pianeta, il medio oriente.
Dopo la fase della consapevolezza, l’attivismo sociale caratterizza la seconda giovinezza di Danilo Speranza: mentre si dedica all’insegnamento di Elettromeccanica, già dalla metà degli anni ’70, vuole conoscere le diverse forme in cui si incarna il dolore, la disabilità, la malattia mentale, il disagio giovanile.
E’ questo un confronto proficuo con molte realtà dure e difficili, che lo spinge rapidamente alla ricerca dei sistemi per aiutare gli esseri ad uscire dal circolo del dolore. Ma c’è spazio anche per la bellezza nella vita di Danilo Speranza, così, molto presto, decide di seguire la Galleria Metopa, aiutando il responsabile nell’allestire le mostre e nella ricerca di talenti artistici emergenti. Una formazione che lo sensibilizza ai temi dell’arte e del bello per alcuni anni.

La maturità

Arrivano gli anni ’80, gli anni dedicati all’applicazione sperimentale degli studi: l’alimentazione, lo yoga, le arti marziali, lo studio e l’arte, tutto nella sua visione concorre in modo differente all’espressione e all’equilibrio dell’essere.
Apre quindi due centri dove trovano spazio anche lo Zen e lo Jujitsu, disciplina che aveva coltivato con passione in giovane età, conseguendo la cintura nera.
Dal ’90 in poi, inizia l’attività di accoglienza per tossicodipendenti che si concretizza nella realizzazione di due comunità residenziali grazie anche all’incontro e all’intesa con Madre Teresa di Calcutta, che gli assegna dei locali nei dintorni di Roma.
Nello stesso periodo sostiene la comunità somala sia a Roma che nel territorio somalo dell’Afgoi gettando le basi per una stretta collaborazione con l’AMI (Associazione Mussulmani Italiani). Stringe quindi una sincera amicizia, di lunga data, con Ali Hussein, allora Presidente di questa Associazione, con cui si dedica alla lettura e allo studio assiduo del Corano. Infine dopo la lunga malattia e all’approssimarsi della sua morte, Hussein, Presidente in carica lo stima a tal punto da chiedergli di rivestire la carica di presidente dell’ AMI al suo posto. Ritiene che la sua conoscenza del Corano sia così profonda da definirlo “amico del Profeta”.
Già dai primi anni della sua gioventù, Speranza, eclettico e poliedrico, entra in contatto con numerosi personaggi del mondo dell’arte, della cultura e della scienza a livello internazionale fino al momento in cui rivolge la sua attenzione alla individuazione di scoperte scientifiche da mettere al servizio dell’Umanità.
Dai contatti con il mondo scientifico, viene a conoscenza di una tecnologia avanzata, rivoluzionaria e versatile, ancora in fase di sviluppo. L’insegnante di elettromeccanica ne intuisce le grandi potenzialità ancora inespresse, e decide di finanziare la ricerca in cambio della titolarità del brevetto. Il salto è compiuto. Da allora, dalla fine degli anni ’90, in collaborazione con i futuri soci dell’associazione Scienza per Amore, inizia il finanziamento per la ricerca e lo sviluppo industriale della tecnologia HYST, un sistema in grado di ottenere farine ad alto valore nutrizionale per l’alimentazione umana ed animale e biocarburanti di seconda generazione dalle biomasse di scarto.
Nel 2009 fonda e promuove il progetto di cooperazione internazionale, “Bits of Future: Food for All”, basato sull’utilizzo della HYST nei Paesi membri dell’Unione Africana, a cui aderiscono molti stati africani, tra i primi, il Senegal, il Burkina Faso e la Somalia, con i quali si firmano chiari protocolli di intesa.
L’interesse è così grande da entusiasmare l’allora commissaria dell’Unione Africana, Madame Tumusiime Rhoda Peace, che partecipa di persona all’evento “Ponte tra continenti” a Milano, dando vita così ad una partnership importante e duratura.
Il programma concreto in Africa fin dal suo avvio, ha incontrato numerosi ostacoli, a partire dalle accuse infamanti volte a denigrare Speranza ed i suoi progetti umanitari: truffa, associazione a delinquere e molto altro.
Dopo un procedimento penale durato quasi un decennio, il 7 aprile 2017, il processo relativo alla presunta truffa HYST si conclude con l’assoluzione piena.
Tanto accanimento non è riuscito a bloccare le sue iniziative, e la prima unità HYST è approdata in Senegal, presso l’istituto di ricerca di Dakar (I.S.R.A), nell’aprile 2017.
Il “professore” come alcuni amano chiamarlo, è diventato un personaggio mediatico cult da disprezzare. Un odio che gli è costato un anno e mezzo di carcere, una pessima reputazione ed anche l’appellativo di “Guru di S. Lorenzo”, ma lui sorride sempre, anche davanti alle difficoltà.